mercoledì 21 novembre 2012

Roma 5 Stelle Sotto Assedio: La Carica degli Infiltrati e Come Neutralizzarla


La Lista Roma 5 Stelle è sotto assedio. La vecchia politica, che ha a Roma il suo popolo di fedelissimi arrampicatori doppiogiochisti, ha letteralmente invaso le fila del M5S romano a partire dall'inizio dell'anno, quando i sondaggi rivelarono per la prima volta il balzo del movimento al 20%.

Ne dava notizia già qualche giorno fa Debora Billi del Fatto Quotidiano:

"Il movimento romano si è dato le proprie regole per la scelta dei candidati locali, [...] ma il sistema rigido ai limiti della paranoia non è neppure riuscito a tenere alla larga i bandwagoner dell’ultim’ora. Alcuni di essi infatti, grazie alla loro furbizia politica, hanno bypassato le maglie del regolamento per ritrovarsi finalmente candidati alle primarie interne: portaborse, ex leghisti, aspiranti politicanti e parenti di, gente che a Roma non manca di certo. Complici anche l’ingenuità e la buona fede di tanti aderenti, nonché la mancanza di altre opzioni sui nomi. Attivisti “storici” e assai meritevoli invece, privi di qualcuno dei mille cavilli necessari alla nomina, si sono ritrovati fuori. [...]"

Descrive molto bene la situazione la giornalista Irene Buscemi sul Fatto Quotidiano :

“Il movimento romano è stritolato da una faida interna tra gruppi che si muovono per interessi politici, gente vecchio stampo che sta prevaricando sulle persone perbene”. Nel movimento romano si parla spesso di “infiltrati” e “voltagabbana all’arrembaggio”: ex rutelliani, ex del Pdl e del pdmenoelle, gente che non si è fatta sfuggire l’occasione di salire sul cavallo vincente. “Il movimento deve combattere contro il vecchio modo di fare politica – ci spiega l’attivista Roberto – dopo il boom siciliano c’è stata l’invasione delle cavallette." 

In particolare ha sollevato fiumi di polemiche il fatto che tra i candidati siano riuscite ad infiltrarsi persino persone che sono state per anni assistenti di Scajola:

"Tra i nomi dei candidati 5 stelle alla Regione, al diciassettesimo posto, compare quello di Cecilia Petrassi. Sulla sua wiki, il curriculum in rete, si legge che è stata collaboratrice per vent’anni di politici appartenenti a Forza Italia e alla Lega, accanto all’onorevole Mario Valducci e Claudio Scajola dal 1994 al 1997." 

Alessandro Camilli, sul Blitz Quotidiano, scrive:
"Si è candidata a portavoce del Movimento 5 Stelle a Roma una ex collaboratrice di Forza Italia e Lega Nord, di Claudio Scajola e Francesco Belsito. L’imbarazzante candidata risponde al nome di Cecilia Petrassi, un nome che alla stragrande maggioranza delle persone non dirà nulla. È infatti la Petrassi della politica un’illustre sconosciuta. Sconosciuta perché per venti anni ha lavorato sì in politica, ma dietro le quinte. Sempre lontana dalla ribalta mediatica ma sempre vicina, anzi vicinissima, a quelli che i fan di Grillo giudicano il nemico numero uno, l’appestato, la fonte dei mali italiani: il politico di professione. Il primo, Scajola, l’ex ministro, è quello dell’ormai celeberrima casa comprata "a sua insaputa" all’ombra del Colosseo. Mentre il secondo, Belsito, è l’ex tesoriere della Lega Nord. Quello dei diamanti e dei rapporti dubbi con personaggi legati alla criminalità organizzata, della paghetta al “Trota” e altre amenità del genere."
Ma che i politici Romani avrebbero inviato tutti i loro giovani e sconosciuti portaborse, valletti e collaboratori rampanti ad infiltrarsi nel Movimento 5 Stelle era cosa nota, tanto che Grillo ha creato una serie di regole nazionali con variazioni locali (es. per Roma) appositamente pensate per limitare le infiltrazioni della vecchia politica.

Sfortunatamente tali regole non sono state sufficienti. Non solo ogni volta che si tenta di applicarle su qualcuno degli infiltrati per impedirgli di candidarsi, questo solleva polemiche che finiscono con lo spaccare il movimento in correnti pro o contro, come si può leggere nelle discussioni del Forum del M5S Roma, ma la situazione sta facendo allontanare gli attivisti disgustati dalla rapidità con cui le liste cedono agli assalti degli infiltrati della vecchia politica, come si legge ancora nell'articolo del Fatto Quotidiano:

" [...] Il salto della quaglia è di moda, del resto qui a Roma è successo quando il movimento era al 2%, di quattro consiglieri eletti nel 2008 in Campidoglio, soltanto uno, Marco Giustini, è rimasto in carica a nome dei 5 stelle, tutti gli altri sono emigrati”, racconta Giovanni. Roberto capisce le critiche e il dissenso del gruppo del XX municipio ma aggiunge: “Io lotterei dall’interno per buttare l’acqua sporca e salverei il bambino sano”. E nel forum la preoccupazione dilaga: “Se sputtanate il movimento lascio l’Italia, ma prima di partire per la Nuova Zelanda vi verrò a cercare a casa, uno ad uno”. Insomma qui si fa il movimento o si espatria."
In risposta alla crisi della comunità a 5 stelle Romana, piovono proposte per cambiare le regole, e tra le tante sicuramente quella che sta raccogliendo maggiori consensi è quella avanzata da Alberto Magarelli sul forum 5 stelle, ovvero di fare delle primarie online seguendo l'esempio del movimento 5 stelle della Lombardia, lasciando quindi che siano i cittadini a votare e scegliere i candidati.

Peccato però che, come riportato sul Forum 5 stelle di Roma, questa proposta sembra avanzata e supportata proprio da un gruppo di infiltrati della vecchia politica. Scrive Raffaele Schettino:
"[...] (Alberto Magarelli) è stato uno dei principali sostenitori del salto della quaglia del consigliere municipale Balsamo, eletto con la lista civica amici di beppe grillo, in IDV. Il signore in questione ha fatto campagna elettorale per l'IDV alle regionali 2010. La campagna elettorale aveva come slogan fondamentale: "un grillino alla Regione Lazio". Per la cronaca poi Balsamo è passato all'UDC (unione dei carcerati).
Sempre lo stesso signore, con un gruppo di accoliti, ha come sport importante/quotidiano quello di delegittimare quelli che lavorano per il movimento 5 stelle di Roma.
La proposta della discussione ha tra i maggiori sostenitori F. De Jorio: uno dei candidati della lista civica Polverini alle Regionali 2010. 
Inoltre, vedo che la stessa "idea" piace a L. Franceschetti: una delle candidate della lista civica Rutelli alle elezioni comunali 2008.[...]"

Anche Tiziano Azzara sul Forum a 5 Stelle nazionale denuncia la stessa cosa riguardo alla proposta di Magarelli:
"Il vero problema di alberto magarelli è sentire l'esigenza di spaccare il movimento romano per l'impossibilità fisica di rientrarci. Nel 2010 da presidente dell'ass.ne romana ha supportato un consigliere municipale eletto nell'XI Mun. con la lista "amici di beppe grillo di roma" per la candidatura al consiglio regionale del lazio per l'IDV, sconfessando in una botta sola tutto il lavoro che ci teneva uniti. Ha preso la sua strada insieme ad una parte minoritaria seppur consistente del mov romano, quindi, la parte iniziale della sua proposta non è accettabile tantomeno credibile. [...]
Concludo dicendo che (quella di Magarelli) è più uno specchietto per l'allodole che una proposta seria, in quanto afferma che i candidati vengono comunque forniti dalle realtà locali, quindi non apre al forum la scelta dei candidati ma solo l'ordine di lista e la scelta del candidato Sindaco o Presidente e non affronta quindi il serio problema di elevare l'elettore certificato sul portale come unico vero giudice della rete."
In tutto questo caos però diventa sempre più evidente come gli stessi membri del M5S non realizzino come la natura stessa del movimento, se sfruttata realmente nelle sue potenzialità, lo rende già immune a tutte le operazioni occulte e di infiltrazione che i politici possano fare.

Infatti se guardassero al Partito Pirata tedesco, scoprirebbero che questi ha sconfitto ogni forma di infiltrazione semplicemente adottando regole di Democrazia Diretta in tutto il processo decisionale, sia interno al partito che sulle politiche da votare in parlamento.

Non è un caso che il M5S di Roma è anche in grave ritardo sull'implementazione del portale Liquid Feedback, che altre liste, come quella della Sicilia, hanno invece attivato da un anno usandolo per stendere il programma collettivamente.

Le due cose sono connesse perché se non si comprende la Democrazia Diretta, e si vive ancora nell'ingannevole mito della vecchia politica della figura del rappresentante che decide per tutti e che accentra su di se tutta la sovranità popolare, si finisce per :

A) Fornire alla vecchia politica un modo per infiltrare con pochi uomini il movimento e prenderne il controllo senza che nessuno se ne accorga

B) Distruggere la fiducia dei membri e degli attivisti con un costante clima di sfiducia e sospetto reciproco.

Infatti sarebbe sufficiente che la lista aprisse il portale Liquid Feedback e rendesse obbligatorio sottoporre ai cittadini tramite questo l'approvazione di ogni proposta, che il potere degli eletti verrebbe annullato, e con esso ogni rischio di abuso dello stesso se questi si rivelassero essere infiltrati o doppiogiochisti.

Se il portale Liquid Feedback fosse già stato aperto, invece di languire nel limbo, i vari portaborse di Scajola & co. non avrebbero neanche perso tempo a provare ad infiltrarsi, perché anche se venissero eletti e vincessero, NON SAREBBERO LORO A DECIDERE, MA I CITTADINI.

E anche volendo usare tutti i loro potenti mezzi economici e mafiosi, la cricca dei Politicanti Romani non riuscirebbe mai a corrompere la maggioranza dei 5 milioni di cittadini di Roma e Provincia!

Questa è la forza della Democrazia Diretta, ed è su questa che il movimento deve puntare.

Selezionare online i candidati dopo la "graticola" come hanno fatto a Milano va benissimo, ma non basta. Per realizzare davvero la Democrazia Diretta bisogna poi poter sottrarre all'eletto ogni potere e restituirlo ai cittadini tramite Liquid Feedback. Se il portale Liquid Feedback venisse aperto, non importa chi sarebbero gli eletti, perché smetterebbero di avere potere decisionale proprio e diverrebbero solo portavoce fedeli della volontà dei cittadini in parlamento.

Invece finché i cittadini non potranno tenere le fila via internet ma dovranno delegare agli eletti le decisioni, ci sarà tra questi la tentazione di spartirsi il potere, e per ogni infiltrato che verrà scoperto, ce ne saranno sicuramente altri dieci che invece non verranno mai scoperti.

8 commenti :

  1. Mi sembra un pò tutto contradditorio. Si afferma la possibilità di effettuare una scelta tipo quella di Milano, e quindi accettata da tutti, però poi la si sconfessa perchè presentata da un altro gruppo. Si adotta un metodo più restrittivo poi però entra Cecilia Petrassi. Alla fine si delega tutto a liquid feedback quando tutti sanno che non può essere utilizzato per la scelta dei candidati in quanto ha un problema di deleghe. Mi sembra ci sia un pò di confusione in questo articolo, forse creata ad arte con vecchi metodi....molto vecchi.

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  2. Caro Davide,
    l'intento era di riferire fedelmente il caos che si sta vivendo a Roma e nel Lazio, quindi se ti pare contraddittorio è perché le contraddizioni ci sono davvero.

    Inoltre, forse mi sono espresso male, ma Liquid Feedback non viene chiamato per sostituirsi alle Primarie. Ma per rendere i candidati, una volta eletti, dei semplici portavoce dei cittadini.
    Poiché senza Liquid Feedback i cittadini non possono esprimere la loro volontà, allora il potere sta rimanendo per ora nelle mani degli eletti. Ed ecco perché si crea la caccia alle streghe che stiamo vivendo.

    Se ci fosse già il portale Liquid Feedback, non ci sarebbe nessun litigio sulle primarie o sui candidati, perché sarebbero solo portavoce privi di qualsiasi potere. A quel punto ci potrebbero essere primarie online, ma solo come procedura per scegliere persone più o meno affidabili come portavoce, ma senza doversi minimamente preoccupare del loro pensiero politico. Perché anche fossero berlusconiani o perfino neonazisti, non sarebbero più loro a prendere le decisioni, quindi si terrebbero le loro idee politiche per se, a condizione di fare il loro lavoro di ambasciatore e portavoce in modo corretto.

    Se non si capisce questo, non si capisce la Democrazia Diretta.

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    1. Ok, in effetti la confuione c'è e se quella era l'intento è ben riuscito. Ma sul liquid feedback non è così, è uno struemnto che sarà utilizzato solo per il programma e basta. Non sarà assolutamente utilizzato per le candidature in quanto non è tecnicamente adatto. Un saluto

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  3. Ciao,
    Complimenti per l'articolo. Diciamo che l'argomento è "caldo".
    Non sono d'accordo sul fatto che Liquid Feedback eviterebbe il problema delle infiltrazioni, anzi.
    Sei mai entrato nelle dinamiche decisionali della piattaforma? Io ho una discreta esperienza, sia nel Partito Pirata italiano sia in quello Svizzero (ero iscritto a entrambi): su Liquid il sistema delle deleghe, soprattutto con pochi iscritti (situazione tipica dei movimenti dal basso) rende impossibile la governabilità a causa di due fattori principali e praticamente insormontabili: la dittatura degli attivi e l'accentramento del potere su pochi singoli.
    Per esempio, nel caso specifico che fai della ragazza che lavorava con Scajola (che personalmente non conosco quindi lungi da me esprimere giudizi a priori), non le sarebbe stato difficile:
    1. Reclutare un tot di "amici"
    2. Iscriverli/Infiltrarli su Liquid Feedback
    3. Farsi dare le deleghe all'interno di Liquid
    4. Avere molto peso decisionale.
    Insomma tutto molto più facile di un'assemblea dove ci si guarda negli occhi, bisogna metterci la faccia e venire fisicamente, tanto per essere chiari.
    Spero di averti dato un contributo interessante,
    Carlo

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  4. Ciao Carlo, grazie per il contributo. Ho fatto un post per rispondere in modo approfondito alle tue giuste obiezioni:

    http://commentandolestelle.blogspot.it/2012/11/i-limiti-della-democrazia-diretta.html

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  5. ragazzi usiamo i giusti termini, la democrazia diretta un'altra cosa, Liquid Feedback si approccia alla democrazia liquida.

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    1. Dipende dalla definizione che gli dai.
      La Democrazia Liquida è a mio parere solo una fase transitoria intermedia tra la Democrazia Rappresentativa e la vera Democrazia Diretta. In questo senso ne parlo come di una Democrazia Diretta "con opzione di delega".
      Altri invece preferiscono definirla come una terza forma indipendente, come si legge qui:
      http://it.wikipedia.org/wiki/Democrazia_liquida
      Ma consentendo ad un cittadino di scegliere anche di non delegare, e quindi di votare in modo diretto, la Democrazia Liquida include l'opzione di Democrazia Diretta e quindi permette ad un cittadino che lo volesse di votare direttamente le leggi esattamente come nel caso della Democrazia Diretta pura.

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    2. No Pasquino, non è così.
      Grazie alla delega, una persona puo' muoversi tra la d.rappresentativa e la d.diretta quando e come vuole, rendendola così "liquida", anzichè fissa.

      Per il resto, non basta installare LQFB per risolvere, devi provarlo ed adattarlo alla tue esigente.

      Fino a poco tempo fa pensavo dovessere entrare tutti subito, mentre adesso mi sono convinto che serve una maggior selezione in entrata.

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